Un Laboratorio/Stamperia al Dolomiti Digital Camp con H-Farm e Dolomiti Contemporanee

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Dolomiti Digital Camp
con H-Campus in Progetto Borca
Location Villaggio Eni – Borca Di Cadore

Il Dolomiti Digital Camp, in partnership con H-Farm, Dolomiti Contemporanee e Minoter, ha organizzato due settimane di Laboratori sul digitale, tra arte e natura, nell’ex Villaggio Eni. Il Villaggio negli ultimi tre anni è noto per il processo di rigenerazione attraverso Progetto Borca coordinato e diretto in Dolomiti Contemporanee da Gianluca D’incà Levis.

Durante la seconda settimana del Camp, la giornata del 17 agosto è stato allestito un Laboratorio/Stamperia nel quale i ragazzi hanno preparato e stampato delle matrici con gli artisti di Dolomiti Contemporanee.

Giuseppe Vigolo e Alberto Balletti, coadiuvati dalle assistenti Valentina Cavion, Elena Grigoli, Monica Pasotto e Diana Taglio dell’Accademia di Belle Arti di Verona hanno introdotto alla grafica d’arte i ragazzi che partecipano al progetto formativo Dolomiti Digital Camp, nella sua singolare e efficace formula trasversale che media con i linguaggi artistici il digitale e il paesaggio della natura.

Sedie e tavoli del laboratorio sono stati realizzati durante il workshop con Casabella e proViaggiArchitettura due settimane fa.

Lo spazio è stato riallestito da Giuseppe Vigolo, che l’ha trasformato in un Laboratorio di incisione e stampa.

Il progetto ha reso comprensibile e praticabile ai ragazzi di età compresa tra i 10 e i 15 anni le nozioni base della preparazione di una matrice, l’inchiostratura e la stampa. Il progetto dell’artista Vigolo permette di comprendere, con deduzione immediata dal fare della stampa d’arte, la portata formativa del gestire la creazione di una immagine d’arte riproducibile.

L’esperienza che propone il Dolomiti Digital Camp può essere fondamento per la comprensione della portata del Progetto Borca e in generale della filosofia che ruota attorno al concetto di rigenerazione che negli anni ha caratterizzato l’azione di Dolomiti Contemporanee. Quando i linguaggi dell’arte e della progettazione dello spazio e della comunicazione sono messi in diretta con il fulcro della ricerca come condizione indispensabile del sapere umano condiviso, si ottiene l’universale, quella vibrazione tra individui dentro un progetto formativo che include superando le gerarchie. A queste condizioni si rigenerano luoghi, anche grazie a quegli artisti orientati al concetto di inclusione come atto e portato della comunicazione. Questi ultimi possono favorire le condizioni relazionali fondative dell’etica del fare arte, ponendole dal vivo con la formazione alla progettazione del se di giovani individui alle prime esperienze di condivisione.

articolo e photostory di Alberto Balletti

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http://www.h-farm.com