Mario Delitala incisore: premio biennale Venezia 1938

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Stamattina 2 luglio 2015 si è inaugurata la mostra “Mario Delitala incisore: premio biennale Venezia 1938” allestita nelle sale di Palazzo Regio di Cagliari.

La mostra è una perla per la delicatezza con cui apre dedicando un omaggio al gruppo di opere che nel 1938 vinsero il premio biennale Venezia. L’esposizione è stata organizzata in collaborazione con Casa Falconieri, Provincia di Cagliari e la famiglia Delitala che ha messo a disposizione i preziosi fogli autografi del maestro.

La presenza dei due figli e l’ascolto dei loro racconti diretti sono stati una occasione per confermare quel mondo che l’arte avvince in intrecci tra memorie di autori e ambienti dove le opere vengono realizzate, nelle relazioni quotidiane prossime a quelle storiche che si fanno cultura. I racconti di Marcello e Gianni tornano al paese natale, Orani, dove il Comune custodisce la collezione completa donata in vita dal maestro. Al periodo della direzione dell’Accademia del Libro di Urbino a cui seguì l’incarico di rettore dell’Istituto d’Arte di Palermo. Ai ricordi dei taccuini degli indispensabili appunti visivi. Agli abbozzi a disegno sulle tavole e poi l’andare libero delle sgorbie nel loro fluire incavo.

Dal testo in catalogo “Memorie di mio padre” del figlio Gianni: “Ricordo che mio padre m’insegnava a “leggere” gli alberi, le rocce, le macchie di lentisco, le distese dei boschi, i ruscelli, le distese d’acqua, le nuvole; diceva che prima di disegnarli bisognava capire come erano costruiti, la loro anima e l’equilibrio all’interno del creato”

E ancora: “ L’aver vissuto gli ambienti che hanno influenzato da ragazzo Mario Delitala nella sua crescita infantile mi ha aiutato a capire i suoi stati d’animo, i suoi “verdi arrabbiati”, le sue nuvole soffici e le figure che riusciva a carpire dal vento”.

E conclude “Era un uomo libero, liberato dall’arte”

Parlando con la curatrice Gabriella Locci, che ha magnificamente allestito le opere fra gli sfarzosi arredi delle sale di Palazzo Regio, nell’evidenziare la libertà del segno del maestro, ci invita a non considerare i temi trattati solo per il valore documentario che possono avere oggi, ma per la forza che ha saputo coniugare con puntuale realismo espressivo in quei luoghi agresti che caratterizzavano la magia della Sardegna.

Dal testo di Gabriella Locci “Le strade dell’incisione” a proposito degli intrecci tra tradizione dell’isola, in particolare della xilografia, e le correnti culturali europee della ricerca e della sperimentazione: “Passano quindi per la nostra terra le strade dell’incisione; attraverso questi dialoghi dell’arte ripercorriamo la memoria dell’isola e raccontiamo la sua cultura antica, capace di crescita e di elaborazione del futuro. Conoscere la nostra storia, i nostri artisti, il dibattito culturale nella sua articolazione passata e presente, diventa l’elemento indispensabile su cui costruire il futuro”.

Due le opere che scegliamo di commentare.

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L’acquaforte “Eligio Porcu” (1935) che somma tragicità dell’avvenimento eroico all’intensità di un segno in questo caso inciso su metallo, a conferma della priorità della forza espressiva anche nella calcografia.

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La xilografia “Il ballo del bomborombò (1937) che dimostra come un ballo tradizionale possa rivelare alla visione dell’artista quell’oltre delle soglie condivise che i gesti e gli sguardi umani custodiscono.

Quattro matrici lignee in mostra con i rispettivi fogli stampati restituiscono una freschezza alle bellissime stampe il cui segno personale di Delitala non è mai eseguito, ma guidato dal suo stesso accadere sicuro, taglio bianco su risparmio nero.

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La mostra è parte integrante del Festival Internacional F.I.G. Festival Italia /Spagna 2015 e rimarrà aperta fino al 2 agosto

info: www.casafalconieri.it

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