01 VAMphotostory Giardini Biennale Venezia 2019

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Photostory: “May You Live in Interesting Times” a cura di Ralph Rugoff – 58° Biennale d’Arte Contemporanea Venezia

Come evidenziato dal Presidente Paolo Baratta nella presentazione della 58° Biennale di Venezia: «Il titolo di questa Mostra può essere letto come una sorta di maledizione, nella quale l’espressione “interesting times” evoca l’idea di tempi sfidanti e persino minacciosi. Ma può essere anche un invito a vedere e considerare sempre il corso degli eventi umani nella loro complessità, un invito pertanto che ci appare particolarmente importante in tempi nei quali troppo spesso prevale un eccesso di semplificazione, generato da conformismo o da paura. E io credo che una mostra d’arte valga la pena di esistere, in primo luogo, se intende condurci davanti all’arte e agli artisti come una decisiva sfida a tutte le inclinazioni alla sovrasemplificazione.»

La 58^ Esposizione Internazionale d’Arte  è allestita nelle due sedi principali e storiche del Padiglione Centrale ai Giardini e dell’Arsenale. Le due sedi ospitano 79 artisti in rappresentanza di tutto il mondo.
Nelle parole di introduzione del curatore  Ralph Rugoff si enuclea il problema posto: «May You Live in Interesting Times includerà senza dubbio opere d’arte che riflettono sugli aspetti precari della nostra esistenza attuale, fra i quali le molte minacce alle tradizioni fondanti, alle istituzioni e alle relazioni dell’ordine postbellico”. Escludiamo da subito la verifica della regola più conflittuale degli ultimi decenni ovvero se l’arte possa o no esercitare le sue forze nell’ambito della politica. Le immagini che abbiamo riportato dai giorni dell’inaugurazione vorrei fossero più pesanti delle speculazioni sull’incidenza delle opere sulla realtà sociale. La città di Venezia è nota storicamente per il carnevale, che all’epoca della Serenissima vedeva un forte abbassamento della guardia nelle regole degli scambi carnali. L’arte certamente è cosa seria, ma conosce bene la potenza dell’ironia che può scaturire dagli atti umani, l’imprevedibile insurrezione insita nell’animo umano. L’arte abroga le regole, smina i tabù. Sciocco relegarla a valvola di sfogo.
La Biennale a ogni edizione propone un luogo in cui astanti rifletterci, concederci di vivere e pensare con gli occhi per un paio di giorni, in questi ‘tempi interessanti’, della diretta del contemporaneo. Palesare concettualmente un tema che possa racchiudere il portato di questo biennale lacerto connettivo (il fare arte) è già di per sé una visione della funzione sociale dell’arte che includa sia il piacere che il pensiero critico. 

Dobbiamo continuare a confrontarci con l’anestetizzazione da abuso delle immagini super diffuse nel paesaggio urbano. Immagini strumentali al consenso ottenuto da una estetizzazione subliminale quanto irrilevante. Sappiamo che le immagini mediatiche non generano esperienza, ma la requisiscono. La necessità di comunicare messaggi accattivanti (consumismo) ci obbliga a preservare le esistenze in una stereotipa assenza di traumi reali che ostacolerebbero l’appeal del prodotto da far desiderare.  Il mercato deve indurre una adesione carnale agli ideali performanti della globalizzazione. 

I linguaggi artistici intrecciando immagini possibili, ci imprigionano come tra due specchi, trappole per occhi. Mettono in discussione le categorie di pensiero esistenti e aprono a una nuova lettura di oggetti e immagini, gesti e situazioni. Permettono di osservare tenendo in considerazione nozioni apparentemente contraddittorie e incompatibili con il mondo che ci circonda. Contro la bigiotteria del male.

Molti artisti danno significati alternativi a ciò che prendiamo come dati di fatto. I loro presupposti di urgenza testimoniale propongono modi diversi di mettere in relazione tra loro e di contestualizzare la responsabilità della torbidezza della memoria collettiva, il lato oscuro delle esperienze sociali umane. Il contemporaneo, come l’adesso del nostro divenire, ha in dote il diritto all’opacità.

PAESI PARTECIPANTI
La Mostra sarà affiancata da 90 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 4 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Algeria, Ghana, Madagascar, Malesia e Pakistan. La Repubblica Dominicana partecipa per la prima volta alla Biennale Arte con un proprio padiglione.
Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, sarà a cura di Milovan Farronato.

Aperta al pubblico dall’11 maggio 2019  al 24 novembre 2019

(per approfondimenti: https://www.labiennale.org/it/arte/2019)