Cannonate d’artificio al Vittoriale degli Italiani

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"Omaggio a Gabriele D'Annunzio": da Filippo Tommaso Marinetti a Luigi Ontani con opere di Biazzi, De Chirico, Del Debbio, Man Ray, Marinetti, Mazzoni, Meese, Ontani, Pompei, Schiavi, Schmidlin, Tamburrini

Il 27 febbraio nella mattinata con " l'Omaggio a d'Annunzio" sono state inaugurati, con undici cannonate dalla nave Puglia (il numero ritenuto fortunato da d'Annunzio), i nuovi assetti della Fondazione. La relazione introduttiva del Presidente Giordano Bruno Guerri ha largamente argomentato l'attivita progettuale, espositiva e organizzativa della direzione del Vittoriale negli ultimi 14 mesi di attività dopo la sua trasformazione dello statuto di diritto privato. La seconda parte del discorso d'apertura ha indicato le linee e gli appuntamenti futuri. Ad affiancare il Presidente nei discorsi della conferenza e nei saluti,  oltre alle autorità (tra cui il sindaco del Comune di Gardone Riviera) e agli sponsor economici (tra cui la Fondazione CAB di Brescia), il pronipote del Vate e la figlia di Marinetti.

Con l'occasione due nuove ale vanno ad arricchire il percorso museale del Vittoriale degli Italiani. La prima con cinquanta opere che spaziano in tutto l'aco del secolo scorso: nell'introduzione Giordano Bruno Guerri, Presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani e ideatore della manifestazione sottolinea: “Gabriele d’Annunzio ha ispirato letterati e artisti suoi contemporanei, e continua a ispirare anche quelli di oggi, nostri contemporanei, a oltre settant’anni dalla morte. Ho ritenuto di dover rendere omaggio a lui, quanto a loro, raccogliendone le opere all’interno del Vittoriale, in quello che è destinato a diventare un vero e proprio nuovo Museo nella Casa-Museo. L’operazione è iniziata, nel 2009, con la donazione da parte della Banca di Teramo di un busto in bronzo, opera di Venanzio Crocetti, che adesso accoglie i visitatori all’ingresso del Vittoriale. La sezione di arte contemporanea all’interno dell’Auditorium è un arricchimento per il Vittoriale, ma anche per i numerosissimi visitatori, che potranno goderne senza alcun aumento del biglietto d’ingresso. Mi auguro, e credo, che altri artisti vorranno arricchire la collezione con le loro opere".

In diretto rapporto il "Doppio comando di aereo Caproni" (1938), scultura  di Filippo Tommaso Marinetti, il padre del Futurismo, una grande ceramica irriverente di Luigi Ontani ("D'Annunziazione dei Marinetti", un doppio ritratto dei due amici Marinetti/d'Annunzio). Ampio spazio dedicato ai figurini e bozzetti scenici de "La Figlia di Iorio" di Giorgio de Chirico (1934), quelli di Mario Pompei per "Parisina" (1926) e quelli di Enrico Del Debbio per "La città morta" (1922), già di proprietà della Fondazione. Inoltre un busto del poeta eseguito da Giulio Tamburrini, e il bronzo policromo di Paolo Schmidlin "Corè" (1964) dedicato alla marchesa Luisa Casati Stampa, una delle amanti dello scrittore, tra le figure femminili più affascinanti del secolo scorso.  In esposizione anche una riproduzione ingrandita di una fotografia di Man Ray alla Corè, il cui originale è sulla scrivania dello studio di d'Annunzio al Vittoriale. Fra i dipinti un ritratto della marchesa del pittore futurista Mario Natale Biazzi (anni Venti), appena ritrovato, "Una posa alla Capponcina" (1988) di Gigino Falconi, una litografia del tedesco Jonathan Meese e un disegno "Ritratto di G.D." di Marco Mazzoni (il più giovane artista a rappresentare una trasversalità dinamica verso il futuro dell'opera dannunziana e dei progetti della Fondazione.

La seconda ala museale inaugurata, dopo un breve e piacevolmente soleggiato percorso nei giardini, è allestita nel tempietto della nave Puglia. Dopo gli undici spari a salve, il secondo taglio del nastro lascia accedere all'interno di un piccolo vano una puntuale documentazione esposta a pannelli tratta da preziosi documenti, foto e lettere della stavagante ultima attraversata in terra ferma della nave fino al suo approdo fra i cipressi gardesani. Questi documenti sono appena acquisiti dall'archivio della Fondazione dagli eredi dell'ingegner Silla Giuseppe Fortunato che seguì tutta l'operazione.